La Crt ha partecipato all’ultima edizione del Forum Risk Management in sanità con un intervento della dottoressa Beatrice Valoriani che ha affrontato il tema della gestione delle infezioni. Un problema che si sta acuendo in relazione al fatto che i germi si stanno mostrando molto più resistenti agli antibiotici rispetto a qualche anno fa.

Per la riabilitazione il problema è di particolare importanza dato che la presenza di un’infezione non solo rappresenta un rischio significativo per la vita del paziente ma impedisce lo sviluppo dell’obiettivo principale del ricovero e cioè la realizzazione del progetto riabilitativo stesso.

“Il problema sta interessando tutti gli ospedali – ricorda Beatrice Valoriani – con una progressiva diffusione di patologie da germi quali Staphylococcus aureus meticillino-resistente, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa multi-resistenti ed Enterobacteriaceae produttrici di carbapenemasi. Tra il 2009 e il 2014 la resistenza ai carbapenemi della Klebsiella pneumoniae (cosiddetta KPC), a livello nazionale è passata dall’1,2% al 33%, ponendo importanti problemi terapeutici e rischio di vita”.

I reparti di riabilitazione sono particolarmente esposti perché coinvolgono molte competenze professionali nonché i familiari e i caregiver. Non solo: la durata della degenza è più lunga e interessa diverse aree condivise: camere, palestre, stanze dei professionisti e zone comuni.

Le infezioni possono determinare l’interruzione del processo riabilitativo nonché la riduzione del recupero funzionale.

Le azioni della Crt hanno prodotti risultati tangibili in un solo anno. La percentuale dei pazienti in ingresso con colonizzzione da KPC è scesa dal 24,1% al 18,9% ma la trasmissione tra i pazienti ricoverati è crollata di quasi 16 punti percentuali. “Sono stati eseguiti diagnosi e monitoraggi dei pazienti – ricorda Beatrice Valoriani. Isolamenti in stanze singole, metodiche di prevenzione durante l’assistenza, il coinvolgimento dei familiari e dei caregiver. La Crt ha dedicato particolare attenzione non solo alle tecniche e alle relazioni con pazienti e familiari ma anche alla formazione professionale dei propri dipendenti. Con risultati che sono in costante miglioramento”.