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Come la stimolazione elettrica transcranica può aiutare un paziente colpito da ictus

La Fondazione Gianfranco Salvini finanzia un progetto di ricerca in ambito riabilitativo

La Fondazione Gianfranco Salvini Onlus finanzia attività di ricerca per il miglioramento della cura del paziente e un progetto che ha deciso di sostenere è stato presentato dalla Clinica di Riabilitazione Toscana. La ricerca è stata premiata nel corso dell’evento “CRT, Concorso di idee” che si è tenuto sabato a Terranuova. E lo hanno fatto le Presidenti della Fondazione e della CRT, Marzia Sandroni e Albarosa Augusta Fuccini.

La Fondazione ha deciso di finanziare progetti selezionati tra quelli finalizzati alla riabilitazione e già determinati dal Ministero della salute. Alla loro realizzazione, la Fondazione contribuirà con propri finanziamenti e con risorse umane e strumentali.

Il primo progetto premiato ha tema e titoli complessi: “Effetti della stimolazione elettrica transcranica a corrente diretta (tDCS) sul recupero dell’aprassia ideomotoria degli arti superiori in pazienti con stroke in fase acuta”.

La ricerca la spiega la responsabile, la dottoressa Laura Abbruzzese della Crt: “il nostro lavoro si propone di studiare gli effetti della stimolazione elettrica transcranica, una metodica innovativa, sicura e non invasiva, combinata al trattamento riabilitativo, sul recupero della pianificazione dei movimenti dell’arto superiore nei pazienti che, in seguito ad un ictus, presentano un disturbo chiamato aprassia”.

L’aprassia degli arti è un disturbo motorio la cui caratteristica è l’inabilità o la difficoltà di eseguire movimenti intenzionali degli arti che più frequentemente coinvolge gli arti superiori.

“Recenti studi – continua Laura Abbruzzese – hanno mostrato gli effetti disabilitanti del disturbo aprassico nella vita del paziente in termini di dipendenza dal caregiver nelle attività di vita quotidiana, di minore organizzazione delle azioni necessarie al momento dei pasti e di maggior tempo necessario per il rientro a lavoro. Un altro effetto frequentemente riportato nei pazienti è una riduzione nell’uso spontaneo dei gesti comunicativi”.

L’80% dei pazienti con aprassia degli arti presenta anche un disturbo del linguaggio e la comunicazione gestuale spesso rappresenta l’unica modalità residua per l’interazione sociale in molti pazienti con un disturbo del linguaggio.

“La stimolazione è di facile applicazione in ambito clinico e si può ripetere anche per più giorni consecutivi: gli effetti procurati sono reversibili ed indolori – conclude Laura Abbruzzese. Lo studio propone la combinazione di un training riabilitativo innovativo e della stimolazione transcranica non invasiva con l’obiettivo traslazionale di produrre avanzamenti sostanziali nei percorsi di cura del paziente”.

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