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La soluzione di un problema è, talvolta, più vicina di quanto si immagini. E per l’afasico può essere un parente: il coniuge, il genitore, il figlio. Una persona che se adeguatamente formata è in grado di diventare l’alleata forte del logopedista per rendere il trattamento più potente ed efficace. Il metodo ipotizzato dalla Clinica Riabilitazione Toscana sarà sperimentato nei vari distretti della Usl Toscana Sud Est e sarà al centro del seminario di formazione che si svolgerà il 27 maggio nella sala convegni del nuovo centro ricerche della Crt presso l’ospedale del Valdarno.

L’idea è scaturita dall’analisi del lavoro quotidiano dei nostri logopedisti – commenta il dottor Mauro Mancuso, Direttore sanitario e scientifico. Avevano notato un miglioramento più forte nei pazienti seguiti da un parente particolarmente attento e che con il passare del tempo era diventato anche esperto. Una persona, quindi, importante nel rendere più rapido e percettibile il miglioramento. Abbiamo condiviso questa idea con alcuni dei maggiori esperti italiani, tra i quali la professoressa Costanza Papagni, Presidente della Società italiana di neuropsicologia e la dottoressa Lucia Ferroni, neurologa e fisiatra. Adesso abbiamo a disposizione un modello di lavoro che intendiamo condividere non solo con gli operatori sanitari ma anche con gli afasici e le loro famiglie“.

L’afasia è un disturbo del linguaggio causato da lesioni cerebrali. Il caso più diffuso è quello dell’ictus. “La persona – ricorda il dottor Mancusoè incapace di comprendere quello che viene detto e di esprimere quello che intende dire. E’ come “trasferire” un italiano in Giappone: non comprende la lingua, non legge lo scritto ed è nella totale impossibilità di comunicare”. Una persona afasica può non riconoscere una parola, attribuirle il significato di una che ha un suono simile o che fa parte della stessa famiglia. Indipendentemente dalle diversità di manifestazioni, l’afasia condanna all’isolamento. Il suo lento recupero è affidato oggi al logopedista ma, sulla base dello studio messo a punto dalla Crt, il parente può rappresentare il suo forte alleato“.

Il progetto verrà quindi presentato sabato 27 maggio nel seminario che la Crt terrà nella sua sala conferenze presso l’ospedale La Gruccia del Valdarno. Alle ore 9 interverranno il Direttore generale e la Direttrice sanitaria della Usl Toscana Sud est, Enrico Desideri e Simona Dei; la professoressa Maria Elena Favilla, docente all’Università di Modena e Presidente dell’Associazione Afasici Toscani; il Direttore della Crt, Antonio Boncompagni. Quindi Gabriele Miceli, già Direttore del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive del Centro Interdipartimentale Mente Cervello dell’Università di Trento;  la professoressa Costanza Papagno e la dottoressa Lucia Ferroni. Il pomeriggio sarà dedicato al confronto di esperienze tra  logopedisti.

 

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