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Una recentissima pubblicazione dell’Università Bicocca di Milano, in collaborazione con il Centro Ricerca CRT, mostra risultati promettenti dell’applicazione della stimolazione multisensoriale sui pazienti che, in seguito a lesione emisferica destra, presentano negligenza spaziale unilaterale. Quest’ultima determina la difficoltà nel rilevare tutti gli eventi che accadono nel lato sinistro dello spazio, con incapacità ad orientare ed effettuare azioni a sinistra. In seguito all’utilizzo della stimolazione multisensoriale, una tipologia di stimolazione bimodale visuo-acustica costituita da suoni e luci presentate in diverse posizioni spaziali su un pannello posto dinanzi al paziente, è stato riscontrato un miglioramento dei sintomi della negligenza spaziale.
Caricato il 21/06/2021 / Dimensioni: 0.00 KBLa forma ridotta della scala BIRT-PQs (Brain Injury Rehabilitation Trust Personality Questionnaires).
La scala BIRT-PQ è stata sviluppata per rilevare i cambiamenti comportamentali che si riscontrano nei pazienti con una lesione cerebrale acquisita. Tuttavia, il precedente lavoro pubblicato in collaborazione con numerosi centri riabilitativi italiani https://lnkd.in/gzhHW4N, ha mostrato la necessità di disporre di uno strumento di più facile e rapida somministrazione nei setting riabilitativi. Per tale motivo, grazie ad un complesso lavoro di modificazione strutturale della scala, è stata ottenuta la forma ridotta della BIRT-PQs.
Lo strumento in forma ridotta ha mostrato ottime proprietà psicometriche nella misurazione di svariate dimensioni della percezione dei cambiamenti neurocomportamentali degli adulti con lesione cerebrale acquisita e dei loro rispettivi caregiver.
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Il campo della riabilitazione post-ictus si avvale costantemente della ricerca per individuare nuovi trattamenti che possano migliorare il percorso di cura del paziente. È quanto promette di fare da tempo il campo della stimolazione cerebrale transcranica, secondo il principio per cui modificare l'attività delle cellule nervose possa essere utile a combattere patologie che hanno una base neurologica. Si tratta di metodiche in grado di modificare l'attività del sistema nervoso dall'esterno, in maniera non invasiva e praticamente senza effetti collaterali. La stimolazione magnetica consiste nell’applicazione, dall'esterno, di un campo magnetico variabile, che produce una corrente elettrica nel cervello. La stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS), invece, modula l’attività spontanea dei neuroni mediante l'erogazione di correnti a bassissima intensità provenienti da elettrodi posti sullo scalpo.
Presso la Clinica di Riabilitazione Toscana vengono condotti studi che prevedono l’applicazione di tali tecniche, con lo scopo di migliorare la riabilitazione dopo un ictus.
La letteratura scientifica attuale in merito al COVID-19 ha mostrato il significativo coinvolgimento del sistema nervoso centrale (SNC), oltre che del sistema respiratorio. Numerose osservazioni cliniche hanno, infatti, dimostrato la presenza di sintomi neurologici in pazienti affetti da COVID-19, quali anosmia, ageusia, encefalopatia, agitazione e confusione mentale. È noto l’impatto che le infiammazioni del SNC, la presenza di ipossia cerebrale dovuta a malattie polmonari ed il ricovero in terapia intensiva abbiano sul funzionamento cognitivo. Nello specifico, i dati suggeriscono la presenza di sintomi cognitivi, psicologici e psichiatrici, che possono ripercuotersi sulle abilità funzionali e le attività di vita quotidiana dei pazienti. I più comuni sono l’astenia e l’affanno, cui si associano cefalea, disturbi del sonno, perdita di concentrazione, faticabilità mentale, ansia e depressione. Il significativo impatto di tali sintomi sull’outcome globale e sulla qualità della vita dei pazienti, mette in evidenza l'importanza di una valutazione precoce di questi aspetti, al fine di implementare un intervento riabilitativo che consenta il raggiungimento di un miglior outcome funzionale.
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La carrozzina è un ausilio fondamentale per chi non è in grado di compiere spostamenti in autonomia: le stime USA (2016) riportano che è usata da circa l’1,5% della popolazione, dato in costante crescita. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce che la carrozzina è uno strumento che può incidere notevolmente sulla qualità di vita e la partecipazione delle persone con disabilità.
Pertanto, assume fondamentale importanza il processo di valutazione e l’utilizzo di strumenti/test adeguati per valutare oggettivamente l’abilità di utilizzo della carrozzina nelle persone con disabilità. L’articolo realizzato da Veronese et al., con la collaborazione della terapista occupazionale Mariele Colucci, presenta la validazione del Wheelchair Skill Test Italian version 5.0 Manual Wheelchair (WST-I 5.0 MW) in una popolazione di persone con paraplegia. Il test è composto da 33 item che indagano 33 attività/abilità svolte in carrozzina manuale. I risultati ottenuti, in particolare quelli riguardo l’affidabilità intra- e inter-operatore, rappresentano dei dati incoraggianti in merito all’utilizzo del WST-I 5.0 MW nella pratica clinica.
TG1 MEDICINA andato in onda il 20/06/2021.
Caricato il 21/06/2021 / Dimensioni: 0.00 KBLa USL TSE capofila del progetto RE.PO.R.T. finanziato dalla Regione Toscana.
Partirà ad ottobre 2020 il progetto Re.Po.RT. (Rehabilitation and Polymorphisms Regione Toscana) che approfondirà in maniera scientifica la capacità del cervello di rispondere alla riabilitazione dopo un Ictus. Grazie ad un apposito finanziamento della Regione Toscana, nell’ambito della progettualità del Bando Ricerca Salute 2018 la USL Toscana Sud Est ha elaborato questa ricerca, della quale è capofila, ed ha attivato una collaborazione tra diverse strutture toscane come l’Università degli Studi di Siena, l’Azienda Ospedaliera Pisana, la Clinica di Riabilitazione Toscana, l’IMT di Lucca e il Dipartimento di Riabilitazione Neuropsicologica dell’Università di Manchester. Il Responsabile scientifico del progetto è il Dott. Mauro Mancuso, Direttore della struttura complessa di Recupero e Rieducazione Funzionale dell’Area Grossetana, nonché Direttore del Centro Ricerche CRT dell’Ospedale La Gruccia di Montevarchi.
Lo scopo del progetto REPORT è quello di studiare la relazione tra alcuni polimorfismi genetici e la capacità del cervello di rispondere alla stimolazione riabilitativa in soggetti con ictus.
La Clinica di Riabilitazione Toscana è integrata nella rete formativa dell’Università di Pisa per la Fisiatria e accoglie i medici specializzandi. Le linee di collaborazione sono state l’argomento dell’incontro che si è tenuto presso il Presidio di Montevarchi della CRT tra il professor Carmelo Chisari, Direttore della Scuola di specializzazione in Fisiatria di Pisa, e lo staff della Clinica di Riabilitazione Toscana composto dal Direttore Sanitario, Dott. Ettore Migali, dal Direttore Scientifico, Dott. Mauro Mancuso e dai Dott. Cristiano Scarselli e Laura Abbruzzese. Una giornata di lavoro che ha consentito di mettere a punto il programma per l’anno 2020/2021 e di rafforzare le modalità relazionali e di studio già avviate. La stretta collaborazione della CRT con Pisa è supportata dai buoni risultati clinici ottenuti che vengono evidenziati da Mancuso e Migali: “questa collaborazione con l’Università di Pisa è utile oltre che agli specializzandi, anche alla CRT che mantiene attivo un canale preferenziale di conoscenza e opportunità di crescita culturale ed esperienziale il cui unico fine è il miglioramento della qualità della cura verso i pazienti”.
Caricato il 21/06/2021 / Dimensioni: 0.00 KBLa prevenzione dell’errore in ambito sanitario si avvale di sistemi di gestione del rischio clinico che, grazie al contributo proveniente da ambiti di ricerca multidisciplinare, hanno come finalità primaria la prevenzione di eventi avversi che possano arrecare un danno al paziente. Le teorie elaborate dalla psicologia cognitiva offrono, in tal senso, un contributo sostanziale alla comprensione dei meccanismi sottostanti la prestazione umana e le cause dell’errore, presupposto fondamentale del miglioramento della sicurezza nei sistemi complessi.
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L’infezione da SARS-CoV-2 produce sintomi che interessano prevalentemente l’apparato respiratorio determinando patologie significativamente invalidanti anche a lungo termine. In letteratura sono anche descritti casi di pazienti che presentano sintomi neurologici come encefalite e ictus cerebrale correlabili al virus e che mostrano evidente compromissione delle funzioni cognitive. Alcuni pazienti che hanno contratto la malattia sembrano però presentare sintomi della sfera cognitiva anche in assenza di evidente patologia neurologica. Le ipotesi più accreditate suggeriscono un meccanismo diretto dovuto al particolare tropismo del virus per il sistema nervoso centrale o uno indiretto correlabile alla prolungata ipossia alla quale i pazienti vengono frequentemente esposti durante la malattia. In entrambi i casi si ritiene appropriato un approfondimento diagnostico neuropsicologico ed un eventuale percorso riabilitativo.
Caricato il 21/06/2021 / Dimensioni: 0.00 KBL’eminegligenza spaziale risulta essere uno degli indicatori di outcome più significativo nei pazienti con ictus. Questa sindrome neuropsicologica, infatti, condiziona in maniera determinante il recupero motorio incidendo su funzioni basilari come il controllo del tronco e la capacità di raggiungere la stazione eretta.
Caricato il 21/06/2021 / Dimensioni: 0.00 KBLa Clinica di Riabilitazione Toscana ha partecipato alla realizzazione della nuova versione del Compendio di Neuroriabilitazione. Si tratta di un testo che si basa sulla “Evidence-Based Medicine”, aggiornato alla luce dei contributi di maggior interesse pubblicati in letteratura negli anni recenti sino ad oggi. Il libro può rivolgersi ad un ampio numero di utenti, coprendo i principali settori della neuroriabilitazione.
Nello specifico, il contributo della CRT si colloca nella sezione relativa alla Riabilitazione dei Disturbi Cognitivi, in particolare dei disturbi acquisiti delle funzioni attentive e dell’eminattenzione spaziale nel paziente adulto, capitoli realizzati dal Dottor Mauro Mancuso (Direttore Scientifico), dalla Dott.ssa Laura Abbruzzese (Responsabile Ricerca), dal Dott. Alessio Damora (Responsabile servizio Neuropsicologia) e dalla Dott.ssa Giulia Martinelli (Specializzanda in Neuropsicologia).
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Al giorno d'oggi è noto che l'ictus rappresenta la causa principale di morte ed una delle maggiori cause di disabilità motoria a lungo termine negli adulti. Più dell'80% dei pazienti mostra una compromissione dell'arto superiore e in circa la metà di essi persiste un deficit del movimento volontario dell'arto superiore.
Il coinvolgimento del sistema dei neuroni specchio nell'apprendimento motorio è il presupposto su cui si basa un nuovo approccio riabilitativo, chiamato Action Observation Training (AOT), durante il quale al paziente viene chiesto di guardare prima attentamente un video-clip su uno schermo e poi di imitare le azioni viste.
Nel nostro studio abbiamo valutato l'effetto dell'AOT sul recupero dell'arto superiore e dell’autonomia funzionale, quando esso viene aggiunto al trattamento riabilitativo tradizionale, con l’obiettivo traslazionale di produrre un miglioramento dei percorsi di cura dei pazienti.
I risultati suggeriscono che l’AOT contribuisce ad incrementare il recupero dell’arto superiore in una fase precoce dopo l’ictus producendo miglioramenti significativi anche sull’autonomia funzionale.
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L'ente supporta le persone che hanno subito traumi cranici e celebro lesioni.
Periodo della trasmissione: da Lunedì, Luglio 19, 2021 a Domenica, Luglio 25, 2021